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(a un elettore, su facebook)

Non ho capito. Può darmi delle informazioni su questi mancati guadagni? (per quanto ricordiamo qui, la maggior parte degli introiti di un'opera avviene a breve distanza dalla sua pubblicazione iniziale).

In ogni caso, ricordi che molto spesso si tratta dei guadagni degli editori, non degli artisti. Il concetto su cui ci basiamo è che i materiali protetti da copyright rappresentano la cultura di una nazione e come tale possono essere sottoposti a vincoli di utilizzo solo per brevi periodi di tempo e solo per determinate applicazioni di carattere commerciale.

Anche il copyright inizialmente aveva il fine di proteggere e rendere remunerative le attività culturali, adesso siamo arrivati al punto in cui le scoraggia ed è utile solo a proteggere i business model degli editori.

Spero di esser stato chiaro sulla ratio che sta sotto al nostro pensiero sul copyright.

Mi sa che hai ragione, ed allo stesso tempo mi dai una brutta sensazione. Ci sta forte lobbismo dietro alla dominanza liberista nelle cattedre economiche mentre pensieri alternativi non hanno tale supporto. Come possiamo fare in modo che si ritorni alla razionalità e scientificità in quel campo?

Uhm, come facciamo a dire che adesso non lo sia?

Anzi, ancora prima: come facciamo a dire che l'economia sia una disciplina scientifica?

Qualcuno che non vuole essere nominato in pubblico mi diceva, quando è venuto a Pisa, che l'unica teoria economica che è stata formalizzata in maniera scientifica (o pseudo-tale) è il liberismo, e la cosa mi torna. Forse dipende da questo?

Che poi il liberismo mica è incompatibile col reddito di esistenza. Anzi, le obiezioni da sinistra sono più forti delle obiezioni da destra, proprio perché quando se ne parla ricordano il nome "Milton Friedman" e ciò li fa incazzare; e perché la sinistra è molto legata al concetto di lavoro.

Sorgente: Fattibilità del reddito di esistenza

Su #Brexit e compagnia, dal forum (1297)


Non capisco perché vi create problemi ad accettare questo voto come una scelta democratica del popolo britannico. Quando il governo conservatore ha lanciato il referendum, era chiaro che ognuno dei due outcome era accettabile.

Il popolo ha scelto, e il popolo ha ragione per definizione. Altrimenti dovremmo avere qualcuno che decide al suo posto, o meglio, renderci conto che la disintermediazione della democrazia è una cosa che dovrebbe farci paura invece di essere qualcosa che vogliamo propagandare.

Siamo sicuri che un sistema anarchico in cui ognuno fa quello che gli pare di sé stesso non sia migliore di un sistema democratico disintermediato in cui ognuno fa quel che gli pare di sé stesso e di tutti gli altri?


No, allora non ci siamo capiti.

Il popolo, questo potere ce l'ha oppure no? Col potere viene inevitabilmente la responsabilità.

I “decisori di pancia” sono eterodiretti? E chi sono io per dire una cosa del genere, per stabilire che “no, ma non volevate dire questo, vi hanno trollati tutti, volevate il contrario di quello che avete votato”? (Sì, sto letteralmente dicendo “hanno ignorato la loro responsabilità? beh, sticazzi.”)

In definitiva, credo che quando il popolo prenda una decisione siano affari suoi nel bene che nel male. A meno che, come ho detto sopra, non decidiamo che le meta-regole per prendere decisioni abbiano tradito lo spirito della democrazia: per esempio, quando una decisione non era disponibile perché taglia dispoticamente i diritti delle minoranze; ma quello è un altro discorso.


Per me, quella responsabilità è fondamentale. Non posso prendere sul serio un elettore che la rifiuta, come se stesse votando solo per sé stesso, senza pensare che si tratta comunque di una decisione collettiva. Motivo per cui mi rifiuto di attaccare gli astensionisti, che non si accollano quella responsabilità, ma è un ragionamento che implica valutazioni sociali da parte di chi a votare ci va.

Vinetastrasse dice:

cosi’ il pp smette di essere ostaggio della sua piccola ‘destra’

in rsb s'è sviluppata una conversazione piuttosto incazzata su amazon, a partire da un articolo di stallman che è stato tradotto con un'intenzione di pubblicarlo sul sito.

l'attacco ad amazon parte dai drm, ma presto si muove verso l'anticapitalismo puro.

inoltro pezzi, mentre vi elenco punti salienti dal capitolo del libro di ippolita:

  • la cultura hacker vede l'individualismo come condizione necessaria della condivisione;

  • stallman e zuckerberg hanno più cose in comune che differenze.

  • dal jargon file: «Formerly vaguely liberal-moderate, more recently moderate-to-neoconservative (hackers too were affected by the collapse of socialism). There is a strong libertarian contingent which rejects conventional left-right politics entirely. The only safe generalization is that hackers tend to be rather anti-authoritarian; thus, both paleoconservatism and ‘hard’ leftism are rare.»

---------- Forwarded message ----------
From: Cal.
Date: 2014-02-06
Subject: Re: [Rsb #2047] Re: Richiesta opinione was Re: Re: Reasons not to buy from Amazon
To: <rsb>

Athos dice:

non ci credo che ci siamo tirati dentro i fans del capitalismo alla M$,

No, sono io a restare allibito bel vedere come qui passi per completamente assurdo il legame fra pirateria e capitalismo. Ippolita l'ha descritto bene, ed è un legame antico. Molto antico. Ed è bene non dimenticarlo né trascurarlo, come sembrerebbero volere queste assurde pretese.

E poi, al prossimo giro di webtax, limiti sugli sconti, spedizioni obbligatorie a dorso di cammello, vedremo da che parte stare.

http://www.ippolita.net/it/libro/lo-spirito-hacker-e-la-peste-anarco-capitalista-unaffinit%C3%A0-di-lunga-data

Con ciò non sto dicendo che tutto quello che questi fanno è normale o accettabile. Sto dicendo che in teoria dovrebbero essere nostri alleati, fosse anche soltanto e perché vedono il mondo come lo vediamo noi, ragionando sugli stessi paradigmi. Poi, quando le differenze diventano più importanti delle enormi affinità, se ne riparla. Ma in quel momento non ci sarà più nessuno di questi che ci tengono indietro, tipo Gino Paoli.

---------- Forwarded message ----------
From: Cal.
Date: 2014-02-06
Subject: Re: [Rsb #2060] Re: Reasons not to buy from Amazon
To: <rsb>

Athos dice:

è il concetto che sottende alla privatizzazione, al welfare a tutto ……. se non ti va o puoi nessuno ti obbliga quando, invece, servizi essenziali fanno una società solidale ed egualitaria oppure mercantile ed individualista ………

Io credo che questo “socialismo” c'entri molto poco con la pirateria.

Ma credo anche che magari, se vogliamo essere un partito socialista dovremmo dirlo chiaramente, facendoci prendere a pesci in faccia da quella cultura hacker alla quale pretendiamo di ispirarci.

Ormai i vostri problemi con amazon non riguardano più i drm, a questo punto pubblicare quella cosa sarebbe un abuso. Ma forse il cappello “questa è opinione di Stallman” può risolvere questo problema.

E rileggetevi la mail on cui linko ippolita, link incluso, invece di straparlare di schierarsi con google ed amazon contro windows….

Mauro Pirata dice:

“Pirati Italiani per xxxx”, e quindi sciami di Pirati che si aggregano a
fronte di un obbiettivo comune.

Vi state avvolgendo in un ragionamento circolare.

Se quelli che sono pirati lo sono in quanto appartenenti a uno sciame
“centrale,” che parte dal primo manifesto del pp-se (riforma del
copyright, abolizione dei brevetti, rispetto della privacy—e soltanto
questo
), andare a formare sciametti del genere sta al confine fra far
mettere a discutere lo sciame sul suo “purpose in life” ed il formare
cose completamente scorrelate, che ti fanno mettere a pensare:

«ok, c'è questa iniziativa. perché questi si definiscono ‘pirati’
invece che in relazione alla loro iniziativa? perché limitano così la
loro ricerca di supporto, pescando solo fra chi condivide altri temi
scorrelati?»

appunti onanistici sparsi su metapartito, liquidità, e sprint di altre liste. con oxford comma.


(Commento roba vista su confero perché non voglio rispondere di là né approntare sterili discussioni)

Qualcuno parla di maggioranza qualificata: EH?

Qualcun altro parla di roba liquida. EH? Liquida e marrone?

Qualcun altro ancora parla di Tsipras. Chi è Tsipras? Il Matteo Renzi di SEL? Seriamente, non lo so. Beh, boh. Credevo fosse sardo, fino a qualche ora fa. Qualcuno ha detto che sarebbe la nostra unica possibilità per le europee, beh, non è vero, ce ne sono (sarebbero?) tante altre, non fossimo schizzinosi per motivi che di core non hanno un cazzo (che poi, sel? quelli che vogliono ammazza’ bitcoin? meglio di un altro partito qualsiasi? tenete le vostre ideologie nelle mutande, please.). Solita egemonia.

GdL legittimità. Si rende necessario solo se si votano le cose; elimina il voto, elimina il gdl.

Deriva oligarchica: C'È. Chi fa le cose decide cosa fa. È oligarchia? Sì. Oppure dipende.

Adesioni frazionarie del partito: neanche per idea. Meglio la “pirati per” di lista sw; meglio ancora neanche quella. Gli svedesi dibattono su un blog pubblico. Potremmo imitarli.

Luciana, il voto non è decisionale: quindi non è necessario, aggiungerei. Le proposte finiscono sparate online in pubblico e la mafia di internet decide accumulandosi al loro intorno; fare ciò è una dichiarazione di guerra, non al m5s ma a casaleggio in persona (e tutti i suoi concorrenti/colleghi). “La mafia di internet” != il partito != liquid. “internet mob” per moar info sul concetto di mafia in questo contesto.

Athos, piccoli leader: è ciò che abbiamo costruito, letteralmente, col modo di comunicare liquid che abbiamo adottato.

Democrazia liquida: vada a cagare, non può essere l'obiettivo, è uno strumento (la potenza è nulla senza controllo, dicevano?). Qui Bocconetti vi direbbe che state facendo il partito del Proporzionale, e avrebbe ragione. Abbiamo fatto scappa’ anche lui.

Probiviri: li avevamo a casa di solibo.

FelynX, soluzioni agili ed elastiche: ci sei in questa lista? hai letto swarmwise (almeno la prima parte)?

“uno vale uno”: smettiamola di citare er grillo. seriamente. smettiamola di riconoscergli importanza nella definizione del lessico della democrazia partecipativa. non stiamo combattendo per lui, diofante.

Modifica “illegale” dello statuto, “alla peggio ci si rivolgerà all'AP”: stronzate, la modifica potrebbe eliminarla, l'AP.

Che sincretismo però, incapaci di ricominciare da un punto di ripristino. Nessuno che accetti di cambiare idea su liquid…

(forse vanno riviste le dinamiche… per favore, per quanto si possa diluire la merda, sapete bene che siamo personaggi del signore delle mosche di golding).

Solibo dice:

Siamo tutti d'accordo?

È una questione della quale non fotte niente a nessuno, e a ragione.

La gente si fa tranquillamente i cazzi suoi, il pp è aggregato sulla
base del nulla, i gruppetti sulla base di ideologie a caso.

quando gli stessi iscritti ci vedono come terreno di conquista per le
loro ideologie (cosa che succede ancora, …) e gli stessi iscritti
considerano la lotta per la loro economia più importante di quei tre
temi core in croce dicendo “io non faccio politica coi liberisti,” mi
vuoi spiega’ che cazzo gliene frega, di diventare rilevanti, se manco
vogliono pensare a parlare con un boldrin che a copyright e brevetti
ne ha dette di cotte e di crude, preferendogli l'ennesimo tentativo
sinistro-storico? (che poi, preferendogli… usare veti non è
preferire)

questo sputtanamento è voluto e desiderato. e questi pirati non si
sentono irrilevanti, stanno combattendo per un mondo più giusto, un
mondo che con la visione comune non c'entra una toscana sega.

quindi, diventiamo una lobby?

From: Secco


Cal. dice:

Why Are Porn Perfomers Scared to Talk About Internet Piracy?

Articolo interessanto. Non avevo idea che tutti i grossi “tube” porno
facessero capo alla stessa societa’. Siamo comunque molto lontani
dalla concentrazione che c'e’ nei “tube” mainstream, dove i player si
contano sulle dita di una mano.

Secondo me il punto interessante e’ un altro. L'industria del porno,
che ha trainato lo sviluppo di Internet ed e’ sempre un passo avanti
agli altri, si e’ gia’ evoluta. E’ cambiato il business model. Non si
paga piu’ per vedere il video. Il guadagno adesso viene dai servizi
aggiuntivi pubblicizzati sui siti. E se i tube si sono comprati gli
studios per (in un certo senso) autoprodursi il contenuto da rendere
disponibile gratis vuol dire che i margini ci sono eccome. (leggi: la
pirateria non danneggia il mercato, danneggia i modelli di business
non efficienti)

C'e’ anche di di piu’, il tube che rende disponibile contenuto gratis
diventa il palcoscenico dove chi produce contenuto di qualita’ puo’
far conoscere il proprio lavoro, in maniera che chi e’ interessato a
quel tipo particolare di contenuto possa acquistare la produzione
completa. E’ un aspetto interessante, invece che pagare la pubblicita’
per portare gli utenti sul proprio sito o una percentuale delle
vendite agli affiliati, si rilascia contenuto e si ottiene visibilita’
gratuita.

Come modello e’ senza dubbio piu’ efficiente. La selezione
dell'eccellenza la fanno gli utenti stessi sulla base di cio’ che
“assaggiano” e non il budget pubblicitario che si puo’ mettere in
campo per comprarsi la visibilita’. Way to go.

Briganzia dice:

Cal dice:

No, allora non ci siamo capiti proprio. Ragioni come se il sistema maggioritario sia l'unico possibile, eppure usi schulze quotidianamente.

Quello che ti sto dicendo è che il consenso non è dato da una percentuale di voto, non c'è voto nel metodo del consenso. Ma dall'ascolto di ognuno e dall'integrazione delle sue idee. (Più o meno)

questo metodo funziona molto bene quando si ha a che fare con un gruppi omogenei e non troppo numerosi di persone, in genere si riesce sempre a trovare una mediazione

Lasciamo stare da parte la numerosità del gruppo ed affrontiamo l'omogeneità. La numerosità si può risolvere con strumenti “semi” rappresentativi (tipo le liste internazionali ad accesso libero?).

La mancanza di omogeneità è un problema col metodo del consenso ed anche in ogni altro caso. C'è una parte su cui quel consenso c'è, e c'è una parte su cui quel consenso, semplicemente, non c'è. La parte su cui c'è è il core di un partito di scopo, il resto è la parte associazionistica che gli gira intorno (nota: fra i radicali ci sono luca coscioni e radicali ecologisti che hanno idee completamente opposte sugli ogm, ognuna col suo nome e nessuna che sostiene di rappresentare l'intero o l'x% del partito).

(e nel metodo del consenso chi si trova in nettissima minoranza e non trova sufficiente la mediazione finisce comunque con il ritirare le proprie obiezioni per non costituire un ostacolo insormontabile).

Sentendosi attivamente ascoltati è più facile cedere.

Ma il nostro caso è diverso perché oltre ai temi core non abbiamo mediazioni possibili su molte tematiche.

Non abbiamo niente in comune oltre a quelli. È per questo che non dovremmo dedicarci ad altro e spostare il dibattito dall'interno all'esterno del partito. 😉

Quindi direi che no, il metodo del consenso (anche se mi piace molto e l'ho praticato per anni nei CS) non è il metodo che può fare per noi, purtroppo.

Non credo. Si dovrebbe prima decidere bene il dominio del partito.

Se il dominio del partito è deciso bene, il metodo del consenso funziona. Ma se una parte è cresciuta politicamente sentendo parlare continuamente di “egemonia culturale,” allora viene difficile, assai.

lynX dice:

L'orizzontalita’ e’ un tema comune e popolare in tutti i movimenti nascenti

Ci sono diversi modi di ottenere orizzontalità; modi di destra e modi di sinistra.

Un modo di sinistra è far contribuire ad ognuno quello che vuole, indipendentemente e meritocraticamente. Questo è il modo descritto da Falkvinge in Swarmwise.

Un modo di destra è dare ad ognuno un voto per diritto divino, e decidere, decidere, decidere. Questo è il modo adottato nel partito pirata italiano.