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Contact Us — Central Intelligence Agency

La sensazione di vittoria è indescrivibile.

Il testo:

Proposta

Cal. si dimette dal suo ruolo dirigenziale di membro dell'assemblea permanente.

(NB. Non mi sto dimettendo dal partito. Attendo convocazione per l'AO.)

Ratio

È un ruolo esecutivo/dirigenziale che non voglio più. Il Codice Civile prevede responsabilità per gli amministratori di associazioni non riconosciute, che non ho alcuna intenzione di assumermi per questo partito.

Implementazione

Ho già provveduto a rimuovere la partecipazione dalle aree. I configuratori settino questo account su “locked” appena questa tematica passa in fase di freeze.

Note

Riterrò offensivo ogni tentativo di dissuadermi. Sono stanco di questo partito da parecchio tempo; I need to move on.

(la data è approssimativa, vedi meta a riguardo)

Mi sono stancato. Ci sono troppe cose che non vanno, troppe cose che non funzionano. Alcuni fra gli errori sotto descritti li ho fatti anche io, anche se non fra quelli che ci stanno limitando o snaturando: per esempio, anche io ho votato senza sufficienti conoscenze.

Siamo un’avanguardia che non riesce a partire come dovrebbe. Abbiamo probabilmente sbagliato nell’essere inclusivi in fase di bootstrap, e ciò sta mettendo a repentaglio l’essenza stessa del Partito Pirata. I nostri peggiori timori si sono verificati: stiamo diventando un partito estremamente superficiale e quindi populista, ed io questo tempo da perdere non l’ho.

Superficialità

Ad oggi, non ho visto una singola issue in cui l’assemblea permanente abbia uscito fuori le competenze che le chiediamo. Si è espressa secondo
becero opinionismo e non in maniera evidence based come da pirati ci si aspetterebbe, ed a cui pur Falkvinge riconosce un’importanza centrale
nella sua pirate wheel. Nessuno si è preoccupato di analizzare i problemi oltre il proprio personale e misero pensiero ideologico.

Questo ci sta distruggendo come partito, sta distruggendo la novità che volevamo portare, sta decretando il fallimento dell’assemblea permanente
come metodo per riconoscere le idee migliori e più funzionali. L’intelligenza collettiva come hurd collaboration di stupidità non è destinata ad ottenere risultati che possa ritenere utili.

Arroganza

Le discussioni in AP dimenticano costantemente il fatto che almeno un obiettivo comune dovremmo averlo. Si vedono troppo spesso dibattiti in cui gli interlocutori si rifiutano di comprendere come possano esistere posizioni diverse dalle proprie, o vie diverse dalle proprie per ottenere obiettivi condivisi. Si vedono troppo spesso dibattiti in cui una contestazione del metodo viene vista come una contestazione degli obiettivi. Questa retorica black hat danneggia l’intelligenza collettiva.

Voglio dubitare che ciò avvenga in malafede, pessimisticamente: se almeno lo fosse, in malafede, avremmo dei geni del male—invece che degli stupidi sabotatori inconsapevoli. Inconsapevoli dei loro danni, o inconsapevoli della distanza fra il loro pensiero e l’orizzontalità che dovremmo cercare.

Ignoranza

Vedi anche “superficialità,” anche se non sappiamo molto delle correlazioni fra le due. Molte scelte sono state fatte senza tenere in considerazione abbastanza conoscenze, o gente abbastanza esperta. Abbiamo sedicenti esperti in discipline variegate: sia finti esperti in discipline vere, che veri esperti in discipline finte.

È inoltre presente generalizzata ignoranza di linguaggio logico-matematico e metodo scientifico, rendendo impossibile ogni tipo di discorso sensato. La preferenza riconosciuta al grande retore piuttosto che al contenuto del suo pensiero è una conseguenza inevitabile di ciò; conseguenza che ci impedisce di prendere decisioni
ragionate e ci regala alle dinamiche di gruppo.

Gruppettarismo

Si formano dei gruppi solidi, che si muovono come legione per spirito di appartenenza, invece che per condivisione di contenuti. Riconosco che possa esistere una correlazione fra le due cose, ma vederla sempre e costantemente presente è oltremodo sospetto.

Il gruppettarismo si accompagna all’incapacità di leggere (capire) il testo che si ha davanti: implicando una preferenza dell’autore influente sul testo interessante, ci catapulta di peso nel terreno della politica antiquata e del principio d’autorità.

Il gruppettarismo è notevolmente aggravato quando questi gruppettari si riconoscono in una sezione locale di riferimento: danneggiano l’orizzontalità di un partito la cui rete dovrebbe essere composta non da sezioni ma da singoli pirati. Come se non bastasse, la gestione di queste “sezioni” è indipendente da qualsiasi regola e da qualsiasi buon senso: si è proceduto senza alcuna verbalizzazione di queste attività—in pratica, il partito in mano a gruppi intrasparenti formati da qualcuno ed il suo preesistente social network.

Intrasparenza

Sono iscritto a circa venti (trenta?) mailing list di questo partito. La maggior parte di esse sono con archivi non pubblici: non c’è un sistema indicizzabile pubblicamente delle liste dove si porta avanti la maggior parte della discussione amministrativa e politica del partito pirata. La lista comunicazione non ha più nulla a che vedere con gli scopi del GdL comunicazione, è diventata la bolgia dove ognuno discute di che gli pare, l’unica cosa che la differenzia dalla tristemente nota liquidtalk è l’esistenza di dei moderatori.

Non è esattamente chiaro il fatto che le operazioni portate avanti dai pirati nelle, o per conto delle, strutture del partito andrebbero riportate senza ritardo: il dettaglio non è fondamentale all’inizio, ma non possiamo considerare accettabile la diffusione limitata di informazioni come “questo leader politico ci ha chiesto un incontro in tale giorno.”

Incoerenza collettiva

Abbiamo deciso di basarci sulla democrazia liquida e sull’assemblea permanente,1 ma anche no: c’è qualcuno che si muove costantemente allo scopo di indebolire il potere di quest’assemblea, per esempio, creando aree personalistiche e codificando in vigore dei gruppi di lavoro programmatici che non hanno assolutamente nulla di lavorativo, ma tutte le caratteristiche della lobby autorizzata in cui scrivere proposte e
portarle avanti come un rullo compressore.2

I gruppi di lavoro a supporto dell’assemblea dovrebbero occuparsi di raccogliere dati ed aiutare l’assemblea nel giungere a posizioni utili, non creare essi stessi dei moloch legislativi di dubbia comprensibilità e dal consenso derivante esclusivamente dal gruppo.3 Creare un programma in questo modo, delegando delle aree ai volenterosi, è ancora una volta il modo di lavorare della “vecchia” politica—nonostante le ufficiali garanzie di rispetto delle dinamiche orizzontali, garanzie che non sono mantenibili restando il gruppo un’area di persuasione.

Non sarebbe neanche troppo grave se ciò non fosse esattamente il contrario di quello che ci eravamo posti di fare. Chiedo a chi sta distruggendo il funzionamento dell’assemblea in questo modo che lo
riconosca e fondi il suo partito, sulle basi che preferisce, che sono diverse da quelle su cui questo sembrava essere nato. Siamo talmente ridicoli da lasciarci marcire nell’inferno dei partiti politici, nel girone di quelli che adottano strumenti estremamente potenti senza aver prima chiaro l’obiettivo.

“Commercializzazione” della politica

Pare che qualcuno molto ben appoggiato ritenga che la politica altro non sia che commercializzazione delle proprie, o assembleari, idee. Io non sono assolutamente d’accordo con tale interpretazione delle pratiche che dovremmo compiere: se per primi cediamo alla stupida tentazione di raccontare idiozie (siano populismo, roba semplicemente stupida, o in
qualsiasi modo poco ragionata), non abbiamo davvero alcuna speranza di 1. arrivare ad un qualche risultato, ed, in subordine: 2. arrivare ad un risultato diverso dall’attuale degenerazione politica.

È necessaria una scelta fra il voler creare una coscienza collettiva, o il voler seguire la pancia della gente con strumenti tecnologicamente
avanzati. Io vorrei la prima, e ritengo non ci sia posto per me in un partito che persegue la mappatura liquida della pancia media.

Misconceptions sull’orizzontalità

Parte del partito ritiene che l’orizzontalità si ottenga dando ad ognuno un voto per diritto divino e seguendo poi le deliberazioni dell’assemblea permanente. Altra parte del partito ritiene che si raggiunga dando ad ognuno la possibilità di tradurre anarchicamente la visione pirata4 in azioni.

Mi piace chiamare questi gruppi “leninista” e “falkvingiano/sciamistico.”

Il primo gruppo sembra concepire il centralismo democratico come unico vero modo di realizzare democrazia. Il secondo non è tanto d’accordo, e il problema non esisterebbe se applicare centralismo democratico non richiedesse la totale e completa dedicazione di ognuno, anima, corpo e pensiero, “al partito.”

La differenza fondamentale sta nel prendere decisioni a maggioranza, principio implementato in liquid feedback, e prendere decisioni per “risultante,” principio praticamente anarchico e molto diffuso nelle comunità internettiane: uguaglianza non in potere ma in potenza, l’implementazione decide, l’aggregazione è libera.

Ciò implica tante cose diverse, la più grave delle quali è il conflitto interno dovuto al voto.


Meta

Questo testo era stato scritto nel 2013 (agosto?) e pubblicato internamente, insieme ad altra roba, sul mio profilo in liquid. Nel frattempo è forse stato aggiornato. La struttura di base non è purtroppo cambiata.

Nel maggio 2014 è finito qui. È stato leggermente ritoccato, aggiunta qualche enfasi e corretti i passaggi eccessivamente rantolosi, aggiunta qualche footnote qualche nuova sezione. Siccome questo sito ha il sorgente su github, scendere in dettaglio non è per niente necessario.

  1. Su questo c’è molto altro da dire; vedi orizzontalità e successivi.
  2. vedi gruppettarismo, stavolta legalizzato
  3. Vedi gruppi di studio nel modello del metapartito
  4. Questo introduce un altro problema. Mancanza di visione comune. Vedi arroganza

We’re a meritocracy where we’re dependent on many people trying many different things. Leadership with us is not achieved by vote or appointment, but by taking an initiative and letting others follow that initiative of their own free will.

Rick Falkvinge in [pp.int.general]

Considerate le accuse di “fideismo falkvingiano” derivate dall’aver definito “di sinistra” l'organizzazione orizzontale meritocratica di Swarmwise, in opposizione a quanto fatto da partiti col feticismo del voto egualitario, spieghiamoci meglio.

Quando mi riferisco al voto discendente da diritto divino, il riferimento inconscio è ad una massa prima divinizzatasi e poi autoinvestitasi. Per questo ho definito questo metodo come “di destra.”

Swarmwise è un libro semplicistico (ne ho letta la prima metà, e lì mi son fermato); parte di questo semplicismo deriva dal far sembrare banali alcune soluzioni troppo spesso trascurate. Swarmwise non è un libro idealista; il suo sottotitolo stesso lo chiama “manuale tattico.” È fondamentalmente un libro di project management e marketing.

La critica comune a questo metodo, è che manca di unità di azione. È vero anche questo. Rick fondamentalmente dice che:

  • Abbiamo un obiettivo. Comune.
  • Su quello non si discute, è calato dall'alto ed è il motivo stesso per cui il partito sta insieme.
  • Ognuno è libero di scegliere la sua strada e di aggregarsi anarchicamente per fare iniziative volte a raggiungerlo.

Quindi, si preferisce una forte unità d'intenti a una poco considerata unità d'azione. L'argomentazione a favore di questa scelta si basa pesantemente sull'adattabilità dell'azione ai diversi contesti. Infatti, al capitolo 4 dice:

La ricetta è incredibilmente semplice: comunicate la vostra visione a tutti, e lasciate che migliaia di attivisti traducano la vostra visione con parole adeguate al loro contesto sociale. Non create un messaggio taglia-unica-per-tutti che tutti devono imparare. Sarebbe una taglia-unica-che-non-sta-a-nessuno.

Questo sembra ovvio col senno di poi. È stato utilizzato nel marketing di alcuni vecchi prodotti, ad esempio nei contenitori della Tupperware, ma mai a misura di Internet e ai tempi di Internet. Alcune campagne elettorali cercano di dare un taglio demografico ai loro messaggi, però devono adattarsi a stime demografiche generiche piuttosto che alla reale presenza sociale.

Vi faccio un esempio tangibile. Quando parlo di opportunità connesse con l’obsolescenza del settore dei diritti d’autore, posso farlo in molte lingue diverse. Se dovessi parlarne davanti ad una platea di imprenditori liberali, direi qualcosa di simile:

C’è una grande opportunità nel tagliare questo collegamento nella catena di valore. Gli intermediari dell’industria del copyright non aggiungono più un valore al prodotto finale o a un servizio, e così, in un mercato funzionante, moriranno da soli. Però c’è un problema, in quanto il loro monopolio legale lo impedisce. Pertanto, dobbiamo aiutare la rimozione di questo blocco, perché la rimozione questo loro sovrappeso consente la crescita del mercato globale, opportunità future per gli artisti imprenditori, e per i nuovi posti di lavoro che prendono il posto di quelli obsoleti.

Tuttavia, parlando di gruppi comunisti rosso scuro che celebrano l’armata rossa come eroi, sceglierei un linguaggio diverso:

Penso che sia glorioso che gli operatori culturali hanno finalmente assunto il controllo su loro mezzi di produzione, e che finalmente abbiamo la possibilità di cacciare via gli intermediari parassiti capitalisti che si sono approfittati per decenni del duro lavoro dei lavoratori. Dovremo aiutare i nostri fratelli e sorelle a fare in modo che questa transizione avvenga, e aiutarli a trasformare i profitti sottratti agli intermediari in nuovi posti di lavoro per la nostra cultura.

Di fatto, queste due affermazioni sono completamente identiche. Sto dicendo esattamente a stessa cosa. Ma una formulazione non funzionerebbe per l’altro gruppo; verreste cacciati fuori dalla stanza, e ogni interesse sul vostro sciame sarebbe scartato per sempre.

Mi sembra che questa cosa abbia un senso. È appunto semplicistica, banale.

Ma è una cosa banale alla quale non avevamo pensato.

Vinetastrasse dice:

cosi’ il pp smette di essere ostaggio della sua piccola ‘destra’

in rsb s'è sviluppata una conversazione piuttosto incazzata su amazon, a partire da un articolo di stallman che è stato tradotto con un'intenzione di pubblicarlo sul sito.

l'attacco ad amazon parte dai drm, ma presto si muove verso l'anticapitalismo puro.

inoltro pezzi, mentre vi elenco punti salienti dal capitolo del libro di ippolita:

  • la cultura hacker vede l'individualismo come condizione necessaria della condivisione;

  • stallman e zuckerberg hanno più cose in comune che differenze.

  • dal jargon file: «Formerly vaguely liberal-moderate, more recently moderate-to-neoconservative (hackers too were affected by the collapse of socialism). There is a strong libertarian contingent which rejects conventional left-right politics entirely. The only safe generalization is that hackers tend to be rather anti-authoritarian; thus, both paleoconservatism and ‘hard’ leftism are rare.»

---------- Forwarded message ----------
From: Cal.
Date: 2014-02-06
Subject: Re: [Rsb #2047] Re: Richiesta opinione was Re: Re: Reasons not to buy from Amazon
To: <rsb>

Athos dice:

non ci credo che ci siamo tirati dentro i fans del capitalismo alla M$,

No, sono io a restare allibito bel vedere come qui passi per completamente assurdo il legame fra pirateria e capitalismo. Ippolita l'ha descritto bene, ed è un legame antico. Molto antico. Ed è bene non dimenticarlo né trascurarlo, come sembrerebbero volere queste assurde pretese.

E poi, al prossimo giro di webtax, limiti sugli sconti, spedizioni obbligatorie a dorso di cammello, vedremo da che parte stare.

http://www.ippolita.net/it/libro/lo-spirito-hacker-e-la-peste-anarco-capitalista-unaffinit%C3%A0-di-lunga-data

Con ciò non sto dicendo che tutto quello che questi fanno è normale o accettabile. Sto dicendo che in teoria dovrebbero essere nostri alleati, fosse anche soltanto e perché vedono il mondo come lo vediamo noi, ragionando sugli stessi paradigmi. Poi, quando le differenze diventano più importanti delle enormi affinità, se ne riparla. Ma in quel momento non ci sarà più nessuno di questi che ci tengono indietro, tipo Gino Paoli.

---------- Forwarded message ----------
From: Cal.
Date: 2014-02-06
Subject: Re: [Rsb #2060] Re: Reasons not to buy from Amazon
To: <rsb>

Athos dice:

è il concetto che sottende alla privatizzazione, al welfare a tutto ……. se non ti va o puoi nessuno ti obbliga quando, invece, servizi essenziali fanno una società solidale ed egualitaria oppure mercantile ed individualista ………

Io credo che questo “socialismo” c'entri molto poco con la pirateria.

Ma credo anche che magari, se vogliamo essere un partito socialista dovremmo dirlo chiaramente, facendoci prendere a pesci in faccia da quella cultura hacker alla quale pretendiamo di ispirarci.

Ormai i vostri problemi con amazon non riguardano più i drm, a questo punto pubblicare quella cosa sarebbe un abuso. Ma forse il cappello “questa è opinione di Stallman” può risolvere questo problema.

E rileggetevi la mail on cui linko ippolita, link incluso, invece di straparlare di schierarsi con google ed amazon contro windows….

Mauro Pirata dice:

“Pirati Italiani per xxxx”, e quindi sciami di Pirati che si aggregano a
fronte di un obbiettivo comune.

Vi state avvolgendo in un ragionamento circolare.

Se quelli che sono pirati lo sono in quanto appartenenti a uno sciame
“centrale,” che parte dal primo manifesto del pp-se (riforma del
copyright, abolizione dei brevetti, rispetto della privacy—e soltanto
questo
), andare a formare sciametti del genere sta al confine fra far
mettere a discutere lo sciame sul suo “purpose in life” ed il formare
cose completamente scorrelate, che ti fanno mettere a pensare:

«ok, c'è questa iniziativa. perché questi si definiscono ‘pirati’
invece che in relazione alla loro iniziativa? perché limitano così la
loro ricerca di supporto, pescando solo fra chi condivide altri temi
scorrelati?»

appunti onanistici sparsi su metapartito, liquidità, e sprint di altre liste. con oxford comma.


(Commento roba vista su confero perché non voglio rispondere di là né approntare sterili discussioni)

Qualcuno parla di maggioranza qualificata: EH?

Qualcun altro parla di roba liquida. EH? Liquida e marrone?

Qualcun altro ancora parla di Tsipras. Chi è Tsipras? Il Matteo Renzi di SEL? Seriamente, non lo so. Beh, boh. Credevo fosse sardo, fino a qualche ora fa. Qualcuno ha detto che sarebbe la nostra unica possibilità per le europee, beh, non è vero, ce ne sono (sarebbero?) tante altre, non fossimo schizzinosi per motivi che di core non hanno un cazzo (che poi, sel? quelli che vogliono ammazza’ bitcoin? meglio di un altro partito qualsiasi? tenete le vostre ideologie nelle mutande, please.). Solita egemonia.

GdL legittimità. Si rende necessario solo se si votano le cose; elimina il voto, elimina il gdl.

Deriva oligarchica: C'È. Chi fa le cose decide cosa fa. È oligarchia? Sì. Oppure dipende.

Adesioni frazionarie del partito: neanche per idea. Meglio la “pirati per” di lista sw; meglio ancora neanche quella. Gli svedesi dibattono su un blog pubblico. Potremmo imitarli.

Luciana, il voto non è decisionale: quindi non è necessario, aggiungerei. Le proposte finiscono sparate online in pubblico e la mafia di internet decide accumulandosi al loro intorno; fare ciò è una dichiarazione di guerra, non al m5s ma a casaleggio in persona (e tutti i suoi concorrenti/colleghi). “La mafia di internet” != il partito != liquid. “internet mob” per moar info sul concetto di mafia in questo contesto.

Athos, piccoli leader: è ciò che abbiamo costruito, letteralmente, col modo di comunicare liquid che abbiamo adottato.

Democrazia liquida: vada a cagare, non può essere l'obiettivo, è uno strumento (la potenza è nulla senza controllo, dicevano?). Qui Bocconetti vi direbbe che state facendo il partito del Proporzionale, e avrebbe ragione. Abbiamo fatto scappa’ anche lui.

Probiviri: li avevamo a casa di solibo.

FelynX, soluzioni agili ed elastiche: ci sei in questa lista? hai letto swarmwise (almeno la prima parte)?

“uno vale uno”: smettiamola di citare er grillo. seriamente. smettiamola di riconoscergli importanza nella definizione del lessico della democrazia partecipativa. non stiamo combattendo per lui, diofante.

Modifica “illegale” dello statuto, “alla peggio ci si rivolgerà all'AP”: stronzate, la modifica potrebbe eliminarla, l'AP.

Che sincretismo però, incapaci di ricominciare da un punto di ripristino. Nessuno che accetti di cambiare idea su liquid…

(forse vanno riviste le dinamiche… per favore, per quanto si possa diluire la merda, sapete bene che siamo personaggi del signore delle mosche di golding).

Solibo dice:

Siamo tutti d'accordo?

È una questione della quale non fotte niente a nessuno, e a ragione.

La gente si fa tranquillamente i cazzi suoi, il pp è aggregato sulla
base del nulla, i gruppetti sulla base di ideologie a caso.

quando gli stessi iscritti ci vedono come terreno di conquista per le
loro ideologie (cosa che succede ancora, …) e gli stessi iscritti
considerano la lotta per la loro economia più importante di quei tre
temi core in croce dicendo “io non faccio politica coi liberisti,” mi
vuoi spiega’ che cazzo gliene frega, di diventare rilevanti, se manco
vogliono pensare a parlare con un boldrin che a copyright e brevetti
ne ha dette di cotte e di crude, preferendogli l'ennesimo tentativo
sinistro-storico? (che poi, preferendogli… usare veti non è
preferire)

questo sputtanamento è voluto e desiderato. e questi pirati non si
sentono irrilevanti, stanno combattendo per un mondo più giusto, un
mondo che con la visione comune non c'entra una toscana sega.

quindi, diventiamo una lobby?

From: Secco


Cal. dice:

Why Are Porn Perfomers Scared to Talk About Internet Piracy?

Articolo interessanto. Non avevo idea che tutti i grossi “tube” porno
facessero capo alla stessa societa’. Siamo comunque molto lontani
dalla concentrazione che c'e’ nei “tube” mainstream, dove i player si
contano sulle dita di una mano.

Secondo me il punto interessante e’ un altro. L'industria del porno,
che ha trainato lo sviluppo di Internet ed e’ sempre un passo avanti
agli altri, si e’ gia’ evoluta. E’ cambiato il business model. Non si
paga piu’ per vedere il video. Il guadagno adesso viene dai servizi
aggiuntivi pubblicizzati sui siti. E se i tube si sono comprati gli
studios per (in un certo senso) autoprodursi il contenuto da rendere
disponibile gratis vuol dire che i margini ci sono eccome. (leggi: la
pirateria non danneggia il mercato, danneggia i modelli di business
non efficienti)

C'e’ anche di di piu’, il tube che rende disponibile contenuto gratis
diventa il palcoscenico dove chi produce contenuto di qualita’ puo’
far conoscere il proprio lavoro, in maniera che chi e’ interessato a
quel tipo particolare di contenuto possa acquistare la produzione
completa. E’ un aspetto interessante, invece che pagare la pubblicita’
per portare gli utenti sul proprio sito o una percentuale delle
vendite agli affiliati, si rilascia contenuto e si ottiene visibilita’
gratuita.

Come modello e’ senza dubbio piu’ efficiente. La selezione
dell'eccellenza la fanno gli utenti stessi sulla base di cio’ che
“assaggiano” e non il budget pubblicitario che si puo’ mettere in
campo per comprarsi la visibilita’. Way to go.