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(a un elettore, su facebook)

Non ho capito. Può darmi delle informazioni su questi mancati guadagni? (per quanto ricordiamo qui, la maggior parte degli introiti di un'opera avviene a breve distanza dalla sua pubblicazione iniziale).

In ogni caso, ricordi che molto spesso si tratta dei guadagni degli editori, non degli artisti. Il concetto su cui ci basiamo è che i materiali protetti da copyright rappresentano la cultura di una nazione e come tale possono essere sottoposti a vincoli di utilizzo solo per brevi periodi di tempo e solo per determinate applicazioni di carattere commerciale.

Anche il copyright inizialmente aveva il fine di proteggere e rendere remunerative le attività culturali, adesso siamo arrivati al punto in cui le scoraggia ed è utile solo a proteggere i business model degli editori.

Spero di esser stato chiaro sulla ratio che sta sotto al nostro pensiero sul copyright.

Mi sa che hai ragione, ed allo stesso tempo mi dai una brutta sensazione. Ci sta forte lobbismo dietro alla dominanza liberista nelle cattedre economiche mentre pensieri alternativi non hanno tale supporto. Come possiamo fare in modo che si ritorni alla razionalità e scientificità in quel campo?

Uhm, come facciamo a dire che adesso non lo sia?

Anzi, ancora prima: come facciamo a dire che l'economia sia una disciplina scientifica?

Qualcuno che non vuole essere nominato in pubblico mi diceva, quando è venuto a Pisa, che l'unica teoria economica che è stata formalizzata in maniera scientifica (o pseudo-tale) è il liberismo, e la cosa mi torna. Forse dipende da questo?

Che poi il liberismo mica è incompatibile col reddito di esistenza. Anzi, le obiezioni da sinistra sono più forti delle obiezioni da destra, proprio perché quando se ne parla ricordano il nome "Milton Friedman" e ciò li fa incazzare; e perché la sinistra è molto legata al concetto di lavoro.

Sorgente: Fattibilità del reddito di esistenza