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Vedo la gente confusa. Vedo la gente non distinguere fra sorveglianza di massa e sorveglianza individuale. La differenza però esiste, sopratutto alla luce dello scandalo prism. Fondamentalmente, dalla sorveglianza individuale non puoi scappare—a meno che tu non finisca in Russia sotto la “protezione” dell'fsb—, ma è anche molto improbabile che tu ne sia soggetto.

In prism, invece, degli individui non importa niente a nessuno: la national security agency è un'agenzia sigint. Per affrontare efficacemente il problema, è necessario uscire dalla paranoia secondo cui ognuno di noi è personalmente spiato. L'obiettivo di un'operazione di sorveglianza di massa è l'analisi di una popolazione nel suo complesso, non individuo per individuo.

Liberatici da tale paranoia, possiamo vedere bene come tutti i dispositivi di protezione della tradizione hacktivista diventano al più inutili, contro una minaccia del genere: sono e restano strumenti nati e cresciuti per proteggere individui.

L'effetto di un individuo che si trasferisce su tor, rispetto alla precisione di un'operazione di sorveglianza di massa, è irrilevante, al più un atto di egoismo. (Al quale, se prendiamo in considerazione le voci secondo cui la metà degli exit node di tor siano gestiti dall'intelligence statunitense, aggiungiamo un anonimizzato salto fra le fauci del lupo.)

È un problema di controspionaggio—non di libertà d'espressione—che non si risolve con l'anonimato: all'NSA va benissimo anche spiare gli anonimi.